Soluzione
L'obiettivo principali del progetto, oltre all'adeguamento normativo, è stato quello di mantenere il più possibile l'interfaccia di integrazione del Nuovo Motore MiFID in linea con quella del vecchio motore, con lo scopo di indurre i minori impatti possibili su tutti i sistemi dispositivi di Banca integrati con esso e garantire una fase di test di non regressione sui processi dispositivi che fosse la più sicura e robusta possibile.
Per raggiungere questo scopo, Technology Reply ha curato gli aspetti implementativi di un layer middleware di back-end (realizzato tramite tecnologie J2EE, EJB, Oracle Database, Oracle OSB 12c e code JMS), invocato da tutti i canali dispositivi di Banca, a cui è stato demandato il compito di arricchire l'input ricevuto con tutte quelle informazioni necessarie al nuovo modello di adeguatezza (colmandone quindi il gap rispetto al vecchio modello), il quale è stato in ultima istanza realizzato attraverso l'integrazione di soluzioni di terze parti leader di mercato. Tale arricchimento ha riguardato le informazioni di anagrafica del cliente, il relativo Personal Profile derivato dalla compilazione del questionario MiFID, il portafoglio e gli strumenti finanziari movimentati con relativi costi di gestione (costi di ingresso, di uscita e ricorrenti).
Inoltre tale servizio di back-end ha realizzato anche un meccanismo di gestione dei messaggi di errore in caso di esito negativo dei controlli MiFID completamente configurabile, scalabile e modificabile senza la necessità di rilasci applicativi, in modo da normalizzare la messaggistica esposta verso il cliente finale e centralizzarne la gestione.
Infine Technology Reply si è occupata anche dell'implementazione di tutti i componenti che realizzano la verifica MiFID massiva periodica eseguita su tutti i clienti di Banca per verificare l’adeguatezza dei relativi portafogli consolidati e produrre, trimestralmente, semestralmente e annualmente i rendiconti e i resoconti previsti dalla vigente normativa Europea MiFID II.
Il progetto ha avuto una durata di circa due anni e dal momento che questo motore normativo è core ed invocato per ogni dispositiva eseguita dai clienti di Banca da qualsiasi canale, il relativo rollout in ambiente di produzione ha inizialmente riguardato una prima fase pilota che ha coinvolto un piccolo subset di clienti finali di Banca, gradualmente aumentati sino ad arrivare all’apertura alla totalità della customer base, nel rispetto delle tempistiche condivise con la CONSOB per l’adeguamento del proprio modello di adeguatezza alla normativa Europea MiFID II.
Inoltre, Il rollout progressivo dell’iniziativa è stato organizzato in 3 fasi (gestite attraverso un meccanismo di profilazione su base cliente lato servizi di back end):
- La prima fase in cui l’invocazione al nuovo servizio di verifica adeguatezza fosse rediretta verso il vecchio motore MiFID, restituendone il relativo esito, in modo tale da verificare la corretta integrazione di tutti i canali rispetto alla nuova interfaccia del servizio in termini di request e response.
- La seconda fase in cui la chiamata al nuovo servizio di verifica adeguatezza fosse rediretto verso il vecchio motore MiFID, restituendone il relativo esito, e in parallelo e in modalità asincrona, mediante un meccanismo a code JMS, l’operazione di verifica adeguatezza fosse sottomessa anche al Nuovo Motore MiFID, in modo tale che, tramite estrazioni delle rispettive basi dati, gli utenti di business potessero confrontare i controlli eseguiti e i relativi esiti dei due motori per verificare ed adeguare le metriche del Nuovo Motore MiFID.
- La terza fase in cui la chiamata al nuovo servizio di verifica adeguatezza fosse rediretto direttamente al Nuovo Motore MiFID restituendone il relativo esito (fase pilota).