Nello studio ‘2018 GLOBAL SUSTAINABLE INVESTMENT REVIEW ’ di GSI-Alliance vengono elencate le strategie degli investimenti sostenibili.
NEGATIVE/EXCLUSIONARY SCREENING : l’ esclusione da un fondo o portafoglio di alcuni settori, compagnie o pratiche basate sui criteri ESG (esclusioni di compagnie che operano nel settore del tabacco, armi, alcool,..);
POSITIVE/BEST-IN-CLASS SCREENING : investimenti in settori, compagnie o progetti selezionati per performance ESG positive in relazione al settore di mercato;
NORMS-BASED SCREENING : screening degli investimenti rispetto agli standard minimi di pratiche di business basate su norme internazionali emesse da UNICEF ,OECD, ILO e UN;
ESG INTEGRATION : l’inclusione sistematica e esplicita negli investimenti dei fattori ambientali, sociale e di governance nell’ analisi finanziaria;
SUSTAINABILITY THEMED INVESTING: investimenti in temi o attività specificamente legati alla sostenibilità (ad esempio energia pulita, tecnologia ‘verde’ o agricoltura sostenibile);
IMPACT/COMMUNITY INVESTING : investimenti mirati con lo scopo di risolvere problemi sociali o ambientali, e che includono investimenti rivolti alla comunità, dove il capitale è specificatamente indirizzato a individui o comunità bisognose, così come finanziamenti a business con chiari scopi sociali o ambientali;
CORPORATE ENGAGEMENT AND SHAREHOLDER ACTION : usa il potere degli azionisti per influenzare il comportamento dell’azienda, anche attraverso l’ingaggio diretto dell’azienda (es, comunicazioni dirette con il senior management e/o consiglio di amministrazione delle compagnie), presentando le proposte degli azionisti e le votazioni con linee guida ESG.
Inoltre il Financial Times nell’articolo, pubblicato a maggio 2019, ‘
ESG rating agencies fulfil the need for knowhow’ ha intervistato i responsabili degli investimenti sostenibili di alcune grandi compagnie per capire come vengono usati e quanto sono considerati attendibili questi rating. Dallo studio è emerso che gli investitori, nelle loro analisi, prendono in considerazione i rating di diversi provider confrontandoli tra loro. In alcuni casi vengono valutati anche i diversi fattori, quindi viene preso in considerazione non solo il rating ESG, un indicatore unico per i tre componenti, ma si va anche a prendere in considerazione la valutazione per singolo fattore:
Environmental
Social
Governance
Un risvolto negativo degli investimenti sostenibili è che ciò potrebbe portare a lasciare sempre più indietro le industrie cosiddette ‘marroni’, quelle inquinanti, che invece hanno bisogno di raccogliere capitali per intraprendere una transizione e ridurre drasticamente il loro impatto ambientale.
Per evitare che ciò accada e per incentivare anche progetti di sostenibilità, sono nati gli investimenti ‘transition’ (transition bond) che vengono utilizzati da queste aziende inquinanti nella fase iniziale della transizione.
L’attenzione alla trasparenza delle aziende e agli impatti ambientale, sociale e di governance è a 360 gradi e questi nuovi valori che si vanno ad affiancare ai tradizionali nella scelta degli investimenti possono davvero fare la differenza.
Ma i rating ESG sono davvero in grado di influenzare le performance degli strumenti sul mercato?
Questa è una delle domande che sta alla base dello studio del Politecnico di Milano ‘La relazione fra rating ESG e lo spread di rendimento dei titoli obbligazionari sui mercati europei’, che ha confrontato un set di strumenti sul mercato con rating ESG basso con un set con rating ESG alto e ciò che è emerso è che, mentre fino al 2016 questi rating non avevano quasi impatti, negli ultimi anni i rendimenti risultavano effettivamente influenzati dal rating ESG.
I risultati sono coerenti con l’ipotesi che il mercato, con il passare del tempo, abbia attribuito uno ‘spread ’ negativo alle emittenti con miglior punteggio ESG, giudicandole meno rischiose nel breve-medio termine.
Inoltre è stato studiato l’impatto del rating del singolo fattore ESG sul mercato ed è emerso che il parametro determinante è di gran lunga quello legato alla buona governance; al contrario i fattori Environmental e Social sembrano piuttosto spingere in direzione opposta.
Sembra infatti che la buona governance porti gli investitori a considerarlo come un segnale di minori costi di agenzia, rischi di comportamenti opportunistici e migliore monitoraggio e quindi a dare un’idea di maggiore stabilità.
Gli altri due fattori saranno mai capaci di creare rendimento così come riesce a farlo il fattore governance? Che cosa succederà quando le politiche andranno a creare sempre più normative in favore di un maggiore rispetto ambientale?